Poasco:temperature massime tra i 34 e i 38 gradi all'ombra, sabato il termometro potrebbe scendere.
Sperem...!
In questo momento(mezzanotte e 2 minuti del 19/7)a Poasco rileviamo 28,2 gradi con oltre il 50% di umidità relativa:niente male come temperatura notturna.
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Distante venti minuti di viali e di campagna da Porta Romana, ma lontano anni luce dalla metropoli. Nel bene e nel male. Chiaravalle è un antico borgo stretto intorno all’abbazia del XII secolo, fa parte del Comune di Milano dal 1923. Qui tutti ti danno del tu e ti salutano per strada come se ti conoscessero da sempre, le mamme portano i bambini a vedere il treno che passa e gli anziani bevono spuma al fresco del circolo. Per molti è il posto ideale in cui vivere, altri lamentano il degrado degli ultimi anni, fatto di discariche abusive e vecchie cascine che cadono a pezzi. Una tranquilla routine scossa da quella che ormai tutti in città chiamano “l’emergenza rom”.
A Milano ufficialmente i nomadi sono 6 mila, ma secondo altre stime arrivano a 10 mila (in Italia sono circa 140 mila). Sono insediati in vari campi, tra la città e l’hinterland. Alcuni sono autorizzati, altri illegali. Lo stesso presidente della Provincia, Filippo Penati (Ds) ha chiesto il numero chiuso, scatenando polemiche a sinistra. Il caso di Chiaravalle non è certo isolato, ma è emblematico. Lo è diventato più o meno dall’inverno scorso. I nomadi, che nelle campagne qui intorno ci sono sempre stati, secondo i residenti sono decuplicati: sono sparsi in almeno sei insediamenti, tutti abusivi, e arrivano quasi a mille. Su un totale di abitanti del borgo inferiore a 1.200.
Ha fatto scalpore la fiaccolata di cittadini, circa 200, che lo scorso 27 giugno sono scesi in piazza per dire basta. A organizzarla però non sono stati i partiti di destra o la Lega (che pure hanno promosso delle ronde notturne), ma il Sunia, il sindacato degli inquilini, il Consiglio di Zona 5 e il circolo Arci “Pessina”. L’assessore comunale alle politiche sociali, Mariolina Moioli (Fi), li accusa di aver scavalcato le istituzioni e di aver scavalcato la destra, a destra. Il vicepresidente dell’Arci, Pierluigi Favilla, risponde: “Qui lo sappiamo da sempre che la sicurezza non ha colore politico, ma è un bene di tutti. Al Comune (giunta di centrodestra, ndr) ricordiamo che gli sgomberi senza ricollocazione e senza una gestione pianificata dei nomadi creano solo nuovi disagi. Non abbiamo fatto altro che raccogliere le paure della gente”.
Un senso di insicurezza diffuso e il timore di uscire la sera. I furti in appartamento e gli scippi, le aggressioni ripetute a bordo dell’autobus 77. “Ci hanno lasciati soli”, denuncia Mariuccia, che da 36 anni ha un negozio di pasta fresca in piazza. “Prima facevamo una vita tranquilla, ora abbiamo paura. Tutti mettono inferriate alle loro case e io non vado più sola neppure al cimitero. La situazione ormai è fuori controllo. Ma non ci dicano che siamo razzisti: qui a Chiaravalle ci sono molti stranieri, integrati e rispettati. Sono i nomadi arrivati negli ultimi mesi che creano tutti questi problemi”.
Da quando la Romania è entrata nell’Ue gli ingressi sono aumentati ovunque. A Milano gli sgomberi fatti altrove, come al campo di Triboniano e a quello di Opera, hanno fatto confluire sulla zona di Chiaravalle molti rom. Qui ci sono a disposizione tanta campagna e molte cascine abbandonate. Un insediamento, quello di via Sant’Arialdo proprio all’ingresso del borgo, e la Cascina Grangia (di proprietà privata, che risale allo stesso periodo dell’Abbazia) sono stati sgomberati a metà giugno. E tutti ammettono che dopo la fiaccolata le forze dell’ordine sono molto più presenti.
Padre Bernardo, il priore dell’Abbazia, non vuole neppure sentir parlare di rom. “Questa storia ha spaccato la comunità in due”, dice. “In realtà l’esasperazione è esplosa quando la gente si è trovata i nomadi sulla porta di casa”, spiega Alessandra Callegari, presidente dell’Associazione Borgo di Chiaravalle che punta sulla valorizzazione del territorio, a partire dal Parco della Vettabbia. “I campi che qui esistono da anni non avevano mai dato grossi disagi. Cacciare i rom non è la soluzione. Bisogna creare degli insediamenti organizzati e nel rispetto delle regole”.
Il gruppo di baracche di via San Dionigi, lamiere, assi di legno e antenne paraboliche, ospita circa 250 persone ed esiste dal 2002. Quattro giorni fa un incendio accidentale ha distrutto tutto, costringendo le famiglie ad evacuare. Le donne e i bambini dormono nella struttura pubblica di viale Ortles. Suor Ancilla, dell’Associazione “Nocetum”, assiste da tre anni gli occupanti del campo, a due passi dalla sue chiesetta. “I nostri volontari, con la collaborazione della Casa della Carità di don Colmegna, lavorano ogni giorno con i rom di San Dionigi. Sono aperti e collaborativi, c’è un dialogo produttivo. Molti adulti lavorano e i 50 bambini vanno tutti a scuola”.
Maurizio Lombardelli passa ogni mattina a salutare gli amici dell’Arci “Pessina” di Chiaravalle. Non è più il presidente da due settimane, ma lo è stato per nove anni e nei giorni caldi della protesta per “l’invasione” dei rom era in prima fila.
Molti si sono stupiti del fatto che una sezione dei Ds sia stata tra i promotori di una fiaccolata contro gli stranieri.
Siamo il centro d’aggregazione principale a Chiaravalle, se c’è un problema la gente si rivolge a noi. Abbiamo solo recepito le preoccupazioni dei cittadini e sollecitato le istituzioni a dare una risposta. Dopo tre assemblee qui al circolo siamo andati in Prefettura e poi in Comune per chiedere un intervento. Abbiamo ottenuto una mozione votata all’unanimità in Consiglio che prevede alcune misure.
Quali sono state le vostre richieste?
Lo sgombero delle aree occupate abusivamente dai nomadi, la bonifica delle discariche, la realizzazione di cancellate intorno ai fabbricati di proprietà del Comune e una presenza costante di forze dell’ordine a bordo dell’autobus 77, che collega il borgo alla città e che è spesso bersaglio di vandali e scippatori.
La situazione è davvero degenerata ultimamente?
Sì, da qualche mese è diventata insostenibile. Prima c’erano un centinaio di rom a Chiaravalle e non abbiamo mai avuto problemi. Poi ne sono arrivati molti altri, i campi abusivi si sono moltiplicati e la gente ha cominciato a lamentare episodi di microcriminalità diffusa. Abbiamo perso la tranquillità di un tempo.
Vi accusano di aver scavalcato la destra a destra.
La nostra è stata una manifestazione pacifica e democratica. La gente qui non si sente più sicura, il diritto a una convivenza civile è di tutti. Non potevamo far finta di niente. La sicurezza è un bene prezioso, che va al di là delle ideologie politiche.
Ma cosa è questa puzza terribile di diossina e di bruciato che si respira stasera a Poasco?
Si sa qualcosa?
Grazie!
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