Un articolo di Francesca Salsano(Il Cittadino)sul nostro paese:
A Poasco l’estate si passa sulla panchina «Siamo vecchi ormai, ma qui si sta bene»
Poasco senza panchine non sarebbe Poasco... Soprattutto per le persone di una certa età, per le quali fa ben poca differenza inverno o estate, autunno o primavera; loro dal paese si allontanano raramente, ormai. Sedersi lì, sotto le piante, scambiare quattro chiacchiere con qualche vecchio collega, con la signora che va a Messa o con quella che andando a prendere il pane passa di lì; è questa la loro giornata. «Sono passati i tempi delle ferie – sostiene con un velo di malinconia Carlo Sidagni, volto noto in paese, seduto sulla “sua” solita panchina di via Unica Pasco, di fronte alla Conad –. Siamo vecchi ormai». Il che non significa che non sia possibile trascorrere giornate piacevoli. «Qua si sta bene, si è all’ombra, si respira aria fresca, si parla con la gente; per me la panchina è qualcosa di insostituibile, rappresenta il luogo del mio riposo quotidiano». Il signor Sidagni ha 85 anni, 70 dei quali vissuti tra Poasco e Sorigherio. Di cambiamenti il paese – una volta principalmente campagna – ne ha conosciuti parecchi, eppure per lui, in fondo, l’ossatura è rimasta la stessa. «C’è solo qualche casa in più e gente nuova, molti giovani e bambini. Ma un sindaco solo a Poasco ancora non ce l’hanno dato – sorride –. Questa continua a essere la via principale del paese, là in fondo – e indica la piazza in lontananza – continua a esserci la chiesa e noi siamo sempre noi. Purtroppo con tanti anni di più». Dunque niente mare per quest’anno, Carlo ha voglia di stare semplicemente tranquillo; certo è che rimane, in ogni caso, un uomo decisamente mattiniero. «Mi sveglio alle 7, e solitamente scendo qui verso le 8-9. Con gli altri del paese si parla del più e del meno, sempre i soliti argomenti; per fortuna niente politica – altro sorriso –. È anche bello andare tutti alla trattoria del paese, si mangia o si beve qualcosa e si fa una partita a carte. Altrimenti gioco spesso anche con mia moglie». A mezzogiorno in punto scatta l’ora di pranzo, dopo di che quello che lui chiama ancora «sano pisolino» non glielo toglie nessuno; torna in strada verso le 17-18, sul calare della sera. Poi, dopo cena, un po’ di televisione - «Soprattutto telegiornale», specifica, quindi a letto, prima di affrontare un’altra giornata di questo agosto milanese sulla sua panchina preferita. Ma insomma, signor Carlo, non cambierebbe proprio niente qui? «La pensione! Quella davvero non è mai cambiata, altro che Poasco».
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