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Tumori nel Lodigiano, dati shock In tre anni ottocento nuovi casi I tumori del Lodigiano sono aumentati ancora. Ottocento in più in tre anni. Non solo tra gli anziani, ma in tutte le fasce d’età. La provincia è passata da 6.161 casi del 2004 a 6.911 del 2006. Persino nella fascia tra zero e 4 anni, c’è stato un incremento. Nel 2002, per esempio erano 8 i bambini che erano stati ricoverati almeno una volta per una patologia tumorale. Nel 2006 il numero è salito a 22. Mentre tra i 10 e i 14 anni si è passati da 13 a 29 con una variazione percentuale del 123,08. Nella fascia tra i 30 e i 34 la variazione è stata da 82 a 105 casi. Tra i 40 e i 44, invece, i malati sono passati da 172 a 210. I dati si evincono dal rapporto dell’Asl, appena pubblicato “Prevenzione, diagnosi e cura della patologia oncologica nella provincia di Lodi”. Utilizzando i numeri rilevati dalla Banca dati assistiti, emerge un quadro inquietante. «Lo scopo del documento - spiega il direttore generale Guido Broich - è di fare il punto sullo stato della prevenzione diagnosi e cura della patologia oncologica nella provincia di Lodi. Abbiamo voluto testimoniare le attività messe in atto e sviluppate nel quinquennio 2003-2007 e consentire una presentazione dei servizi e dei soggetti coinvolti, con la convinzione che al centro ci debba stare il paziente. La patologia oncologica è una delle principali cause di morte, in tutto il mondo e anche in provincia di Lodi. I cittadini devono poter conoscere i servizi che il sistema offre e verificare che tale sistema funzioni e sia in grado di supportare le scelte del singolo e della famiglia offrendo una serie di servizi adeguati alle necessità». La ricerca, che è parte integrante del documento di programmazione dell’Asl 2008, è stato curato dal dirigente Antonio Nava, dal direttore amministrativo Loredana Luzzi e da quello sanitario Roberto Giunta, con la collaborazione di medici di famiglia e ospedalieri e del presidente dell’ordine dei medici Massimo Vajani. La fascia più colpita dai tumori è quella tra i 55 e i 74 anni: dal 2004 al 2006 si evidenzia un incremento annuale di circa 350 casi. I presidi dell’Azienda ospedaliera soddisfano circa il 51 per cento della domanda sanitaria: la restante domanda si rivolge a strutture lombarde extra Asl per circa il 43 per cento, mentre il 6 per cento si rivolge a strutture extra regione. Nel 2006 la maggior parte dei ricoveri ha riguardato la chemioterapia: ad aver bisogno di una chemio sono state ben 1.805 persone (contro le 1.445 del 2002 con una variazione del 24,91 per cento). 323 di queste, cioè la maggior parte, compresa nella fascia di età tra i 65 e i 69 anni e 19 nella fascia da zero a 4, 20 tra i 25 e i 29, 52 tra i 35 e i 39. Di queste 1.805, 870 si sono rivolte alla provincia di Lodi, 867 in altri ospedali della regione e 68 in presidi fuori dalla Lombardia. Impressionante anche il numero dei tumori al polmone: 338. La fascia più colpita in questo senso è quella tra i 70 e i 74 anni: 190 malati si sono fatti curare nel Lodigiano, 136 in altri ospedali della regione e 12 al di fuori della Lombardia. Ancora più alto il numero dei pazienti colpiti dal cancro ai tessuti linfatico ed emopoietico: 397. Anche in questo caso, il 49,12 per cento dei pazienti si è fatto ricoverare nei reparti della provincia, mentre il 36,52 per cento ha scelto un letto di un altro ospedale. Su 76 sessioni di radioterapia 62 sono state erogate in Lombardia, solo 4 a Lodi e 10 in un’altra regione. Dati allarmanti dunque, anche se «la lettura non deve essere critica - commenta Nava -. Il Lodigiano deve entrare a far parte di una rete di servizi». Ma l’Asl non si ferma all’analisi dei dati e degli screening effettuati (mammella, utero e retto), lancia anche una nuova idea, che è quella di un Organismo di integrazione provinciale per la patologia oncologica (Ippo): un tavolo che contempli anche le istituzioni e le associazioni di volontariato, non solo quelle sanitarie, per rispondere sempre meglio ai bisogni del Lodigiano.
Giovani coppie residenti,ragazzini che possono giocare liberamente,ampi spazi verdi e nessun problema di traffico automobilistico. Una situazione gradita ed apprezzata da chi ha scelto di abitare a Poasco. Poasco,alle porte di Milano,è il nostro borgo. A pochi metri dalla metropoli meneghina eppure immersa in una dimensione gradevole e leggera di campagna e di cascine.
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Tumori nel Lodigiano, dati shock
In tre anni ottocento nuovi casi
I tumori del Lodigiano sono aumentati ancora. Ottocento in più in tre anni. Non solo tra gli anziani, ma in tutte le fasce d’età. La provincia è passata da 6.161 casi del 2004 a 6.911 del 2006. Persino nella fascia tra zero e 4 anni, c’è stato un incremento. Nel 2002, per esempio erano 8 i bambini che erano stati ricoverati almeno una volta per una patologia tumorale. Nel 2006 il numero è salito a 22. Mentre tra i 10 e i 14 anni si è passati da 13 a 29 con una variazione percentuale del 123,08. Nella fascia tra i 30 e i 34 la variazione è stata da 82 a 105 casi. Tra i 40 e i 44, invece, i malati sono passati da 172 a 210.
I dati si evincono dal rapporto dell’Asl, appena pubblicato “Prevenzione, diagnosi e cura della patologia oncologica nella provincia di Lodi”. Utilizzando i numeri rilevati dalla Banca dati assistiti, emerge un quadro inquietante. «Lo scopo del documento - spiega il direttore generale Guido Broich - è di fare il punto sullo stato della prevenzione diagnosi e cura della patologia oncologica nella provincia di Lodi. Abbiamo voluto testimoniare le attività messe in atto e sviluppate nel quinquennio 2003-2007 e consentire una presentazione dei servizi e dei soggetti coinvolti, con la convinzione che al centro ci debba stare il paziente. La patologia oncologica è una delle principali cause di morte, in tutto il mondo e anche in provincia di Lodi. I cittadini devono poter conoscere i servizi che il sistema offre e verificare che tale sistema funzioni e sia in grado di supportare le scelte del singolo e della famiglia offrendo una serie di servizi adeguati alle necessità». La ricerca, che è parte integrante del documento di programmazione dell’Asl 2008, è stato curato dal dirigente Antonio Nava, dal direttore amministrativo Loredana Luzzi e da quello sanitario Roberto Giunta, con la collaborazione di medici di famiglia e ospedalieri e del presidente dell’ordine dei medici Massimo Vajani.
La fascia più colpita dai tumori è quella tra i 55 e i 74 anni: dal 2004 al 2006 si evidenzia un incremento annuale di circa 350 casi. I presidi dell’Azienda ospedaliera soddisfano circa il 51 per cento della domanda sanitaria: la restante domanda si rivolge a strutture lombarde extra Asl per circa il 43 per cento, mentre il 6 per cento si rivolge a strutture extra regione.
Nel 2006 la maggior parte dei ricoveri ha riguardato la chemioterapia: ad aver bisogno di una chemio sono state ben 1.805 persone (contro le 1.445 del 2002 con una variazione del 24,91 per cento). 323 di queste, cioè la maggior parte, compresa nella fascia di età tra i 65 e i 69 anni e 19 nella fascia da zero a 4, 20 tra i 25 e i 29, 52 tra i 35 e i 39. Di queste 1.805, 870 si sono rivolte alla provincia di Lodi, 867 in altri ospedali della regione e 68 in presidi fuori dalla Lombardia.
Impressionante anche il numero dei tumori al polmone: 338. La fascia più colpita in questo senso è quella tra i 70 e i 74 anni: 190 malati si sono fatti curare nel Lodigiano, 136 in altri ospedali della regione e 12 al di fuori della Lombardia. Ancora più alto il numero dei pazienti colpiti dal cancro ai tessuti linfatico ed emopoietico: 397. Anche in questo caso, il 49,12 per cento dei pazienti si è fatto ricoverare nei reparti della provincia, mentre il 36,52 per cento ha scelto un letto di un altro ospedale. Su 76 sessioni di radioterapia 62 sono state erogate in Lombardia, solo 4 a Lodi e 10 in un’altra regione. Dati allarmanti dunque, anche se «la lettura non deve essere critica - commenta Nava -. Il Lodigiano deve entrare a far parte di una rete di servizi».
Ma l’Asl non si ferma all’analisi dei dati e degli screening effettuati (mammella, utero e retto), lancia anche una nuova idea, che è quella di un Organismo di integrazione provinciale per la patologia oncologica (Ippo): un tavolo che contempli anche le istituzioni e le associazioni di volontariato, non solo quelle sanitarie, per rispondere sempre meglio ai bisogni del Lodigiano.
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