All'iniziativa, che è prevista per le 21 nel parcheggio presso il centro sportivo,parteciperanno esponenti politici europei e locali.
sabato 5 maggio 2007
Domenica 6 Maggio 2007 Fiaccolata per la Sicurezza a Poasco
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Furti e rapine sono all’ordine del giorno. Davide Boni: «Una manifestazione che dimostra grande coraggio civile. Gli accampamenti rom non servono a nessuno»
Nomadi, a Poasco parte la raccolta firme contro il campo
Alessandro morelli Poasco - I presidi sono più nomadi dei rom. Così dopo Opera e parco Lambro tocca a Poasco vedere il suo bel gazebo organizzato da cittadini e comitati nel piccolo borgo di San Donato confinante con il Comune di Milano. Erano un migliaio martedì sera a firmare contro il campo abusivo alle porte della loro città. Questa volta si parla di un campo irregolare che da oltre due anni è sorto su un terreno alle spalle del cimitero di Chiaravalle, nel profondo sul del capoluogo. La zona è una vera e propria “oasi” per gli zingari visto che nei pochi chilometri di verde (tra gli ultimi di campagna rimasti nella metropoli) che separano il borgo a Milano sono una decina gli insediamenti che da anni creano degrado e scontento tra la popolazione. Così, dopo l’ultima serie di furti e le minacce ai danni di alcuni ragazzi di Poasco, la gente ha deciso di mobilitarsi. Prima ronde organizzate tra i residenti, poi presidio con raccolta firme da presentare al sindaco di San Donato e al prefetto di Milano. Intanto anche dal borgo di Chiaravalle inizia a levarsi la protesta e gli oltre mille abitanti sono pronti a partire con una loro manifestazione. «Non ce la facciamo più - spiega una signora di Poasco - ogni sera c’è un furto e ci sentiamo perennemente in pericolo. Abbiamo persino paura ad “abbandonare” casa per qualche ora, la preoccupazione di ricevere “visite” non gradite è continua. Così non si può vivere».
Una realtà stressante che spiega una ragazza di Chiaravalle: «Abito al secondo piano e i miei vicini hanno già subito dei furti in casa. Si figuri, alla signora sotto casa mia hanno rubato l’anello appoggiato al comodino mentre lei dormiva. Io ho paura e ora arriva anche l’estate: cosa devo fare dormire sprangata in casa?». Stessa situazione la descrive una signora costretta «a dormire sul divano perchè il salotto è al piano rialzato. Quando sento rumori basta un urlo e quelli se ne vanno» ma questa è vita? Si domandano i residenti? Ma non solo furti in casa. Sono giornalieri i danneggiamenti alle vetture e i furti di benzina per alimentare i generatori elettrici del campo abusivo. I rom però non si limitano a rubare il carburante, ma bucano i serbati per fare più in fretta, risultato: oltre che a secco i proprietari non possono neppure riempire i serbatoi aggiungendo al danno la beffa.
A tre settimane dalle elezioni amministrative di San Donato il sindaco fa di tutto per non alzare i toni anche se pare che in molti abbiano fatto notare che il campo occupato sia in territorio milanese. Proprio per questo il Carroccio meneghino rimarca l’importanza di una presa di posizione chiara e netta sui campi abusivi da parte del sindaco Letizia Moratti che in questo periodo ha dimostrato, per le aree centrali della città, particolare attenzione. Ora tocca alle periferie e quella della zona Sud della città è una situazione su cui non è più possibile distogliere lo sguardo. Lo dimostrano le proteste del Vigentino e le 4mila firme raccolte dalla Lega contro gli insediamenti abusivi. Intanto il Carroccio scende in campo a fianco dei cittadini. Presenti al presidio di martedì il capodelegazione in Regione Lombardia, Davide Boni, il segretario provinciale della Martesana, Marco Rondini, consiglieri di zona 5 e 3 e una rappresentanza del presidio di Opera guidata dal consigliere operese Ettore Fusco.
«Una manifestazione che dimostra grande coraggio civile - così l’assessore Boni definisce il presidio di Poasco -. La gente è fuori dalla grazia dei Dio e ha ragione. Ma questa - secondo l’esponente del Carroccio - è solo la punta di un iceberg di tante situazioni simili a Milano. I campi nomadi non servono a nessuno, a parte a quelle associazioni caritatevoli che da anni ci abituano alla loro solidarietà pelosa. Per questo la soluzione non è certo spostare un campo da un punto all’altro della città creando nuovi focolai di protesta. Le regole con queste persone - chiude Boni - devono essere chiare dal principio, ne parlerò direttamente col prefetto. Le proteste dei cittadini dimostrano che le singole amministrazioni comunali non possono più ignorare la volontà dei propri concittadini, tanto che, al di là dell’attuale legge regionale finalizzata a regolamentare l’insediamento dei nomadi nella nostra Regione, ritengo necessario che la popolazione sia sempre e comunque coinvolta in queste importanti decisioni».
«L’iniziativa ha riscosso un grande successo - spiega Rondini - considerato anche che Poasco conta 3mila abitanti, vuol dire che un terzo dei residenti ha già preso parte al presidio. Questo è positivo perché dimostra che le proteste partite dai cittadini accomunano tutti. Noi continueremo il presidio e chiederemo un incontro con il prefetto per sapere da lui i tempi dello sgombero, che ormai è diventato inevitabile».
Opera sarà presente alla fiaccolata con i poaschesi in questa legittima forma di protesta. Siamo stanchi di prevaricazioni avallate dalle istituzioni. I campi nomadi vanno chiusi dando la possibilità a chi vuole vivere da stanziale di avere gli stessi diritti ed opportunità riservati a noi italiani. Chi non vuole vivere nella legalità che sia espulso o che si faccia un viaggio nelle patrie galere se viola la legge. STESSI DIRITTI SI... MA ANCHE STESSI DOVERI.
Opera è con i poaschesi che domenica 6 maggio sfileranno per la loro cittadina per chiedere al Prefetto Lombardi, ed alle istituzioni tutte, maggiore sicurezza a Poasco.
Insieme all’europarlamentare On. Mario Borghezio ed ai cittadini di Poasco e dintorni sfileranno anche gli operesi che hanno vinto la battaglia per la legalità nel proprio paese ottenendo l’allontanamento dei rom insediatisi, nel dicembre scorso, pochi giorni dopo l’incendio del primo campo destinato ad accoglierli. La protesta dei poaschesi è la stessa che gli operesi hanno dovuto mettere in atto per due mesi, passando giorni e notti al gelo, prima di vincere contro l’arroganza e la prepotenza delle istituzioni che si sono sempre dimostrate sorde alle richieste dei cittadini. Per questo siamo solidali con chi presidia Poasco ed effettua passeggiate notturne per preservare la sicurezza delle proprie famiglie dal pericolo sempre più reale di vedersi vanificare anni di sacrifici o, peggio ancora, rischiare la vita dei propri cari per l’attitudine a delinquere di certe persone che vivono, all’interno dei campi nomadi, nell’illegalità e nella più assoluta impunità.
Nella zona sud di Milano ci sono ben quattordici campi nomadi tra quelli abusivi e quelli autorizzati. Uno di questi è posto sul territorio milanese a confine con Poasco vicino alle abitazioni dei poaschesi. Poasco ed Opera sono divise solo da qualche centinaio di metri di campagna e, pertanto, la loro lotta è anche la nostra. Domenica sera alle 21 saremo anche noi alla fiaccolata, come tutti i giorni lo siamo al presidio fisso, per gridare a gran voce no ai campi nomadi, si alla sicurezza.
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